La prima.
Contribuenti che si sono laureati prima del
1996 e hanno cominciato a versare già dal
1995 o in anni precedenti. Il conteggio degli
oneri per il riscatto laurea, basandosi sui redditi,
sarà rilevante perché la pensione che produrrà
sarà, conseguentemente, importante.
Questi lavoratori potrebbero anche scegliere
di pagare meno, optando per il contributivo.
Con questa norma vanno incontro ad un
esborso più contenuto ma ricevono anche una
pensione più bassa. Essendo questa scelta
irreversibile, conviene fare due conti prima di
incamminarsi su questa strada.
La seconda.
Lavoratori che si sono laureati dopo il 1995
e hanno iniziato a versare contributi dal 1996
in poi. Il conteggio degli oneri per questi
soggetti può avvenire:
a) prendendo in considerazione i contributi
versati nei 12 mesi che precedono la
domanda di riscatto;
b) con un importo fisso, 5.265,00 euro
per ogni anno da riscattare (parametro anno
2020). Questo conteggio viene definito
“agevolato” anche se pagando meno si avrà
meno.
Quando ci si avvicina all’operazione di riscatto
laurea (ordinario o agevolato che sia) , le
domande da porsi sono:
1. Quanti anni di anticipo di pensione avrò,
grazie al riscatto?
2. Quanta pensione avrò in più?
3. Per quanti anni potrò averla?
Diversamente, il riscatto rischia di trasformarsi
in una operazione "effetto ottico”, si crede di
aver risparmiato, in realtà è l'Inps ad averlo
fatto.