I requisiti richiesti per la pensione quota 100
sono: 62 anni di età e 38 anni di contributi.
Un bel risparmio di anni di contributi, rispetto
alla pensione ordinaria, 3 anni e 10 mesi per
le lavoratrici (41 aa e 10 mm), 4 anni e 10
mesi per i lavoratori (42 aa e 10 mm).
Questa uscita pensionistica è disponibile fino a
dicembre 2021 (oppure anche successivamente
purché i requisiti ci siano al 31 dicembre 2021).
Per questa tipologia di pensione è sopravvissuto
il divieto di cumulo ossia, chi va in pensione con
quota 100 non può lavorare fino all’età di vecchiaia
(67 anni).
Si è data molta enfasi al calcolo pensione quota 100
per evidenziare la decurtazione possibile che potrebbe
esserci in questo tipo di uscita dal lavoro.
Se di decurtazione dobbiamo parlare è solo quella
dovuta al minor numero di contributi versati negli anni
(38 anni contro i 41/42 anni e 10 mesi della pensione
ordinaria), nonché all’età al momento dell’incasso
(62 anni anziché unìetà più elevata età necessaria per
arrivare al numero di anni di anzianità). Elementi questi
che portano sì ad una decurtazione “logica”
dell’assegno ma che trovano compensazione nella più alta
probabilità d’incasso in quanto si iniza la riscossione
degli assegni prima. Non dimentichiamo che la pensione
è un reddito legato alla vita umana, c’è finché
l’interessato o gli eredi titolati a percepirlo sono
in vita. Quindi, parlare di decurtazione mi sembra
esagerato. La simulazione pensione quota 100 se
confrontata con quella di una pensione ordinaria,
avente la medesima anzianità ed età anagrafica,
non presenta differenze. Forse il divieto di cumulo
con il reddito da lavoro è la vera causa della scarsa
adesione a questa uscita pensionistica (il legislatore
forse voleva anche questo, offrire una uscita ma con
la “porta socchiusa” in modo da limitare l'affollamento …).