Il contratto di espansione è un nuovo
strumento per accelerare il ricambio della
forza lavoro nelle imprese con più di mille
dipendenti.
Il contratto si sostanzia in un accordo,
siglato presso il Ministero del Lavoro,
tra la parte sindacale e quella datoriale
volto ad accompagnare i lavoratori
alla pensione, riqualificare il personale
rimanente, assumerne di nuovo (tempo
indeterminato). Con l’acquisizione del
consenso da parte degli interessati il
piano può prevedere la risoluzione
anticipata del rapporto di lavoro per i
dipendenti a cui manchino meno di 5
anni al raggiungimento della pensione
anticipata o di vecchiaia. Il datore di
lavoro verserà i contributi figurativi
necessari alla maturazione del diritto
alla pensione con esclusione di quelli
riconosciuti dalla Naspi (di solito due anni),
nonché un'indennità economica pari alla
pensione maturata al momento della fine
del rapporto.
Questa prestazione può essere riconosciuta
anche per il tramite dei fondi di solidarietà
bilaterali, dove esistenti. I requisiti
previdenziali al momento dello scivolo
rimangono immutati.
Questo percorso all’azienda verrebbe a
costare meno dell’assegno Isopensione.
Trovare dei fondi da destinare a questo
strumento non sarebbe sbagliato, da
qui alla fine dell'anno non ci sono molti
mesi davanti, anche se in questo momento
sembrano un'eternità.